Innumerevoli crostacei frequentano ogni parte della pianta. Scuotendo le grandi ed intrecciate radici, un mucchio di pesciolini, di conchiglie, di seppie, di granchi di tutti gli ordini, di uova marine, di stelle di mare, cadono tutti insieme. Spesso quando io prendeva ad osservare un ramo di macrociste, non mancava mai di scoprire animali di strutture nuove e singolari. Nel Chilì ove la macrocista non cresce tanto bene, mancano le numerose conchiglie, i coralli ed i crostacei; ma vi rimangono ancora alcune poche Flustracee, ed alcune Ascidie composte; tuttavia queste ultime sono specie differenti da quelle della Terra del Fuoco; noi qui vediamo che il Fucus si estende maggiormente che non gli animali che esso alberga. Non posso trovare altro riscontro a queste grandi foreste acquatiche dell’emisfero meridionale se non nelle foreste terrestri delle regioni intertropicali. Tuttavia se in un paese venisse distrutta una foresta, non credo che perirebbero tante specie di animali quante ne perirebbero per la distruzione della macrocista. Fra le foglie di questa pianta vivono numerose specie di pesci, che non troverebbero altrove nè cibo, nè ricovero; ove queste venissero distrutte, i numerosi cormorani ed altre specie di uccelli pescatori, le lontre, le foche e le focene perirebbero in breve esse pure; ed infine il selvaggio della Terra del Fuoco, miserando padrone di quella miserabile terra, raddoppierebbe i suoi festini antropofagi, diminuirebbe e forse cesserebbe di esistere.
Giugno 8. – Levammo l’àncora di buon’ora al mattino e lasciammo Porto della Fame.
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