Fra queste catene esterne e quella più grande delle Cordigliere, si estende molto avanti verso il sud, una serie di bacini piani, che comunicano generalmente fra loro per mezzo di stretti passaggi; in questi bacini stanno le città principali, come San Felipe, Sant’Jago, San Fernando. Questi bacini o pianure, unitamente alle valli piane e trasversali (come quelle di Quillota) che li congiungono alla costa, sono senza dubbio il letto di antichi bracci di mare e profondi golfi, come quelli che oggi s’intrecciano in ogni parte della Terra del Fuoco e della costa occidentale. Il Chilì deve avere anticamente rassomigliato a quest’ultimo paese nella configurazione della sua terra e delle sue acque. La somiglianza ci fu per caso dimostrata con maggiore evidenza da un banco di nebbia, che coperse come un mantello, tutte le parti più basse del paese; il vapore bianco che saliva a spira nei burroni, rappresentava benissimo i piccoli seni ed i golfi; ed una cima solitaria spuntando fuori qua e là, mostrava che anticamente era un’isoletta. Il contrasto di queste valli e di questi bacini piani coi monti irregolari, dava al paesaggio un carattere che era per me nuovo ed interessantissimo.
Per la naturale inclinazione di queste pianure verso il mare, esse sono molto agevolmente irrigate, ed in conseguenza fertilissime. Senza questo processo la terra non produrrebbe quasi nulla, perchè durante tutta l’estate il cielo è sereno. I monti e le colline sono sparsi di cespugli ed alberi bassi, e, tolti questi, la vegetazione è scarsissima.
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