Questi due uomini, sebbene per molti riguardi abbiano le stesse occupazioni, hanno costumi affatto differenti; e le particolarità di ognuno sono universali nei loro rispettivi paesi. Il Gaucho sembra far parte del suo cavallo e disdegna qualunque esercizio tranne quello che fa cavalcando; il Guaso può esser preso a giornata a lavorare nei campi. Il primo vive interamente di cibo animale; il secondo quasi tutto di vegetale. Non vediamo qui gli stivali bianchi, i larghi calzoni ed il chilipa scarlatto; il pittoresco abbigliamento dei Pampas. Qui i calzoni grossolani sono protetti da cattivi gambali neri e verdi. Tuttavia il pouncho è comune ad entrambi. L’orgoglio principale del Guaso sta negli sproni che sono assurdamente grandi. Ne misurai uno che aveva 15 centimetri di diametro nella rotella, la quale essa stessa conteneva oltre a trenta punte. Le staffe sono nella stessa proporzione, perchè son fatte di un pezzo di legno quadrato, scolpito, incavato, che pesa da un chilogrammo e mezzo e due chilogrammi. Il Guaso è forse più destro nell’adoperare il lazo; ma, per la natura del paese non conosce l’uso delle bolas.
Agosto 18. – Scendemmo il monte e passammo in mezzo ad alcuni bei luoghi con ruscelletti ed alti alberi. Avendo dormito alla stessa hacienda di prima, continuammo per i due giorni susseguenti a risalire la valle ed attraversammo Quillota, che è piuttosto una collezione di giardini vivai che non una città. Gli orti erano belli, e presentavano una massa di fiori di pesco.
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