La strada seguiva la costa, e di tratto in tratto attraversava promontorii coperti di belle foreste. In questi ombrosi sentieri è assolutamente necessario che tutta la strada sia fatta di pezzi di legno, che sono tagliati e posti l’uno accanto all’altro. Siccome il sole non penetra mai in mezzo al fogliame sempre verde, il terreno è tanto umido e molle che senza questo mezzo nè uomo nè cavallo potrebbe mai passarci sopra. Arrivai al villaggio di Chacao poco dopo che le tende delle barche erano state piantate per la notte. Il terreno in questo contorno è stato grandemente diboscato e vi sono molti tranquilli e pittoreschi recessi nella foresta. Chacao anticamente era il porto principale dell’isola; ma essendosi naufragate molte navi, per le pericolose correnti e per le roccie degli stretti, il Governo spagnuolo incendiò la chiesa ed obbligò così arbitrariamente la maggior parte degli abitanti ad emigrare a San Carlos. Non era molto tempo che ci eravamo riposati, quando il figlio del governatore, coi piedi scalzi, venne a riconoscerci. Vedendo la bandiera inglese sventolare all’albero maestro della iola, chiese colla massima indifferenza se dovesse sventolare sempre a Chacao. In molti luoghi gli abitanti rimanevano meravigliati vedendo venire le barche di una nave da guerra, e speravano e credevano che fossero foriere di una flotta spagnuola che venisse a riconquistare l’isola dal Governo patriotta del Chilì. Tutte le persone di un certo grado però erano state informate della nostra visita e furono sommamente cortesi.
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