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      Ebbi in quel tempo qualche sospetto che l’uomo solitario, il quale aveva fatto il suo letto in quel luogo selvaggio fosse stato qualche povero naufrago, che, cercando di risalire la costa, si fosse colà giaciuto a passare la sua desolata notte.
      Dicembre 28. – Il tempo continuò ad essere molto cattivo, ma ci permise almeno di proseguire la nostra esplorazione. Il tempo ci pareva pesante e lungo, ciò che seguiva sempre quando si andava procrastinando da un giorno all’altro, in seguito ai successivi uragani. A sera venne scoperto un altro porto, nel quale gettammo l’ancora. Subito dopo fu veduto un uomo che sventolava un panno bianco, e venne mandata una barca che portò indietro due marinai. Una brigata di sei era fuggita da una nave baleniera americana, ed erano sbarcati un po’ più al sud in una barchetta che poco dopo rimaneva spezzata sugli scogli. Erano quindici mesi che essi giravano su e giù per la costa, senza sapere qual via prendere, nè in qual luogo si trovassero. Quale singolare fortuna fu la recente scoperta di quel porto! Se questo non fosse seguito essi avrebbero potuto continuare a girare fino a venir vecchi e sarebbero periti su quella costa selvaggia. Le loro sofferenze erano state grandissime ed uno di loro era morto cadendo dagli scogli. Dovevano talora separarsi per andare in cerca di cibo e questo spiegava il letto dell’uomo solitario. Considerando quello che avevano sopportato, trovo che avevano tenuto bene conto del tempo, perchè avevano perduto soltanto quattro giorni.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739