Dicembre, 30. – Gettammo l’ancora in uno stretto e piccolo seno al piede di alcune alte colline presso l’estremità settentrionale di Très-Montes. L’indomani mattina dopo colazione, una comitiva salì sopra uno di questi monti alto 720 metri. Il paesaggio era notevolissimo. La parte principale della catena si componeva di grandi, solidi, scoscesi massi di granito che sembravano essere contemporanei col principio del mondo. Il granito era ricoperto di mica, e questa nel corso dei secoli si era incavata in strane punte digitiformi. Queste due formazioni tanto differenti nel profilo, concordano però nell’essere quasi prive di vegetazione. Questa nudità faceva ai nostri occhi uno strano effetto, perchè eravamo stati da tanto tempo avvezzi alla vista di una quasi universale foresta di alberi dal fogliame verdescuro. Esaminai con molto piacere la struttura di questi monti. Le alte e complicate catene hanno un aspetto grandioso di durevolezza, senza frutto, però, all’uomo ed a tutti gli altri animali. Pel geologo il granito è un terreno classico; pei suoi vasti confini, e per la sua bella e compatta tessitura, poche roccie sono state più anticamente riconosciute. Il granito ha prodotto forse un numero maggiore di discussioni intorno alla sua origine che non qualunque altra formazione. Generalmente lo vediamo costituire la roccia fondamentale, e in qualunque modo sia formata, sappiamo che esso è lo strato più profondo della crosta di questo globo cui l’uomo sia giunto. Il limite delle cognizioni umane in qualunque argomento possiede un alto interesse, che forse è accresciuto dalla sua intima vicinanza col regno dell’immaginazione.
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Gettammo Très-Montes
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