Questi mari meridionali sono frequentati da parecchie specie di Procellarie od uccelli delle tempeste; la specie più grossa, la Procellaria gigantea (quebrantahuesos, o rompiossa degli spagnuoli), è un uccello comune, tanto nei canali interni quanto nell’alto mare. Nei costumi e nel modo di volare ha una intima somiglianza colla diomedea; e come segue nella diomedea, si può osservarla per lo spazio di alcune ore senza vedere di che cosa si nutra. La Procellaria gigantesca è tuttavia un uccello rapace, perchè alcuni ufficiali a porto Sant’Antonio la videro inseguire un tuffetto, che cercava sfuggire tuffandosi e volando, ma continuamente colpito, finì per rimanere ucciso con un colpo sul capo. A porto San Giuliano furon viste queste grandi Procellarie uccidere e divorare i giovani Gabbiani. Una seconda specie (Puffinus cinereus) comune in Europa, al Capo Horn, e sulla costa del Perù, è molto più piccola che non la P. gigantea, ma, come questa, è di color nero sudicio. Generalmente frequenta in grandi stormi i canali interni; non credo di avere mai veduto tanti uccelli insieme di qualunque sorta, come ne vidi una volta di questi dietro l’isola di Chiloe. Centinaia di migliaia volarono in una linea irregolare per parecchie ore di seguito in una stessa direzione. Quando una parte del branco si posava sull’acqua, la superficie di questa diveniva nera, ed il rumore che facevano somigliava a quello di esseri umani che parlassero in distanza.
Vi sono parecchie altre specie di Procellarie, ma non farò menzione che di una sola specie, il Pelacanoides Berardi, che presenta un esempio di quei casi straordinari, di un uccello che appartiene evidentemente ad una famiglia ben distinta, ma tuttavia è, tanto nei costumi quanto nella struttura affine ad una tribù molto diversa.
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