La notte del 19 il vulcano Osorno era in attività; a mezzanotte la sentinella osservò qualche cosa come una grande stella, che andò gradatamente crescendo in mole fino alle tre del mattino, ed allora presentò un magnifico spettacolo. Coll’aiuto del cannocchiale si vedevano oggetti scuri, i quali nel mezzo del grande bagliore di luce rossa, in costante successione, venivano gettati su e ricadevano. La luce era sufficiente per spargere sul mare un lungo riflesso brillante. Grossi massi di materia liquefatta sembravano essere spinti fuori comunemente dai crateri di questa parte delle Cordigliere. Venni assicurato che quando il Corcovado è in eruzione si veggono grossi massi slanciati in su scoppiare nell’aria, assumendo molte forme fantastiche, come alberi; la loro mole deve essere immensa, perchè si possono distinguere dalla collina che sta dietro a San Carlos, che dista non meno di novantatre miglia dal Corcovado. Al mattino il vulcano era divenuto tranquillo.
Fui molto sorpreso sentendo in seguito che l’Aconcagua nel Chilì, 480 miglia al nord, era in attività in quella stessa notte, ed intesi con molta maggior sorpresa, che la grande eruzione del Coseguina (2700 miglia al nord dell’Aconcagua), accompagnata da un terremoto sentito sopra uno spazio di 100 miglia, aveva avuto luogo a sei ore di distanza da quello stesso tempo. Questa coincidenza è tanto più notevole in quanto che il Coseguina è stato in riposo per ventisei anni; e l’Aconcagua rarissimamente mostra segni di attività. È difficile anche congetturare se questa coincidenza fosse accidentale o mostrasse qualche rapporto sotterraneo.
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