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      La notte fu serena, e sdraiati sui nostri letti, godevamo la vista (ed è gioia grandissima) delle numerosissime stelle che illuminavano il buio della foresta.
      Gennaio 23. – Ci alzammo di buon mattino e giungemmo nella tranquilla e graziosa città di Castro alle due pomeridiane. Il vecchio governatore era morto dopo la nostra ultima visita, ed un chiliano teneva il suo posto. Avevamo una lettera di raccomandazione per don Pedro, che ci fu sommamente cortese ed ospitaliero, e più disinteressato di quello che segua per solito in questa parte del continente. L’indomani don Pedro ci procurò nuovi cavalli e si offerse di accompagnarci. Continuammo la nostra via verso il sud, seguendo generalmente la costa, passammo attraverso parecchie borgate, ognuna delle quali aveva una grande cappella a mo’ di capanna fatta di legno. A Vilipilli, don Pedro chiese una guida al comandante per condurci a Cucao. Il vecchio signore offerse di venire in persona, ma per un pezzo non poteva persuadersi, che due Inglesi desiderassero realmente di andare in un luogo così scartato come Cucao. Eravamo per tal modo accompagnati dai due più grandi signori del paese, come si scorgeva benissimo dai modi dei poveri Indiani verso di loro. A Chonchi attraversammo l’isola, seguendo sentieri intricati e serpeggianti che talora passavano in mezzo a bellissime foreste, e talora attraversavano tratti di terreno diboscato coperto di grano e di patate. Questo paese ondulato e boscheggiato, ed in parte coltivato, mi ricordava le parti più selvagge d’Inghilterra, e quindi aveva per me un aspetto dei più affascinanti.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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