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      La maggior difficoltà era quella di far loro osservare le cerimonie del matrimonio. Gli Indiani selvaggi prendono tante mogli quante ne possono mantenere, ed un cacico ne può avere talora più di dieci; entrando nella sua casa, se ne indovina il numero da quello dei fuochi separati. Ogni moglie vive una settimana per volta col cacico; ma tutte sono impiegate a tessere ponchos ecc., per esso. Essere moglie di un cacico è un onore che tutte le donne indiane desiderano.
      Gli uomini di tutte quelle tribù portano un grossolano poncho di lana; quelli al sud di Valdivia vestono un paio di calzoni corti, e quelli del nord una sottana, simile al chilipa dei Gauchos. Tutti hanno i loro capelli chiusi in una reticella rossa, ma non portano altro sul capo. Questi Indiani sono uomini di bella statura; hanno zigomi sporgenti, e nell’aspetto generale somigliano alla grande famiglia americana cui appartengono; ma la loro fisonomia mi parve un tantino differente da quella di qualunque altra tribù da me veduta prima. La loro espressione è generalmente grave, ed anche austera, e possiede molto carattere; questo può passare per una ruvidezza onesta o per una orgogliosa risolutezza. I lunghi capelli neri, le fattezze severe e regolarissime, ed il colore bruno, mi ricordavano alla mente i vecchi ritratti di Giacomo I°. Sulla via non incontrammo alcuno che avesse l’umile cortesia tanto universale a Chiloe. Alcuni pronunziavano i loro mari-mari (buon giorno) brevemente, ma la maggior parte non parevano aver voglia di farci nessun saluto.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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