La grande onda dovette aver viaggiato lentamente, perchè gli abitanti di Talcahuano ebbero il tempo di fuggire sui colli dietro la città; ed alcuni marinai si spinsero in alto mare, affidandosi con buon esito alla loro barca, che sarebbe venuta sicuramente sull’onda, qualora questa l’avesse raggiunta prima di essersi rotta. Una vecchia con un fanciullo di quattro o cinque anni, corse in una barca, ma non vi era nessuno per spingerla fuori coi remi, in conseguenza la barca venne rotta in due contro un’àncora; la vecchia si affogò, ma il fanciullo fu ritrovato dopo alcune ore attaccato ai pezzi della barca. Pozzanghere di acqua salata si scorgevano ancora in mezzo alle rovine delle case, ed i bambini, che stavano facendo barchette cogli avanzi dei tavolini e delle seggiole, parevano tanto felici quanto i loro genitori erano desolati. Era tuttavia sommamente interessante osservare, quanto più attivo ed allegro tutto sembrava di quello che si sarebbe potuto aspettare. Si notava con molta verità, che siccome la distruzione era generale, nessun individuo era più umiliato di un altro, o poteva sospettare i propri amici di freddezza – che è il più doloroso effetto della perdita degli averi. Il signor Rouse, ed una grande comitiva che egli aveva per sua bontà preso sotto la sua protezione, vissero per la prima settimana in un giardino sotto piante di mele. Dapprima erano allegri come se fossero stati ad un pic-nic; ma la dirotta pioggia che cadde poco dopo, diede loro molto disturbo, perchè non avevano affatto da ricoverarsi.
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Talcahuano Rouse
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