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      L’affetto di questi animali per le loro madrine scansa infiniti scompigli. Se alcuni grandi branchi si allontanano per mangiare in un campo, i mulattieri non hanno altro da fare al mattino che condurre le madrine un po’ in disparte e far risuonare i loro campanelli, e quantunque ve ne siano due o trecento insieme, ogni mula immediatamente conosce il campanello della sua madrina, e viene da essa. È quasi impossibile perdere una vecchia mula; perchè se viene trattenuta per varie ore per forza, essa può colla potenza dell’odorato, come un cane, trovar le traccie dei suoi compagni, o meglio della madrina, perchè, secondo il mulattiere, essa è il principale oggetto della sua affezione. Tuttavia, quel sentimento, non è di natura individuale; perchè credo di avere ragione per asserire che qualunque animale munito di un campanello servirebbe da madrina. In un branco ogni animale porta sopra una strada piana, un carico del peso di 208 chilogrammi, ma in paesi montuosi portano meno di 50 chilogrammi: tuttavia quanto peso portano quegli animali muniti di membra delicate, senza una mole di muscoli proporzionata! La mula mi è sempre parsa un animale molto sorprendente. Che un ibrido abbia maggior ragione, memoria, ostinazione, affetto sociale, facoltà di forza muscolare e lunghezza di vita, che non l’uno e l’altro dei suoi genitori, sembra dimostrare che l’arte ha vinto la natura. Dei nostri dieci animali, sei erano destinati per cavalcatura e quattro per portar carichi, ed ognuno aveva la sua volta.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739