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      In mezzo al mormorio delle acque irrompenti, si udiva distintamente il rumore dei ciottoli mentre rotolavano gli uni sugli altri. Questo rumore assordante, si può udire notte e giorno lungo tutto il corso del torrente. Quel suono aveva una eloquente parola pel geologo; le migliaia e migliaia di sassi, i quali, urtando l’uno contro l’altro, facevano quel rumore sordo ed uniforme, si precipitavano tutti in una direzione. Faceva pensare al tempo, ove il minuto che ora fugge via non si può ricuperare. Così seguiva per quei sassi; l’oceano è la loro eternità, ed ogni nota di quella musica selvaggia esprimeva un altro passo verso il loro destino.
      Non è possibile che la nostra mente possa comprendere, se non che lentamente ed a fatica, un qualche effetto prodotto da una causa che si ripete tanto sovente, perchè il moltiplicarsi di essa trae seco una idea, non più definita di quella del selvaggio, quando indica i capelli del suo capo. Ogni volta che ho veduto strati di fango, di sabbia e di ciottoli, accumulati per una spessezza di molte migliaia di metri, mi sono sentito inclinato ad esclamare che cause operanti come nei fiumi e nelle spiaggie attuali, non hanno potuto stritolare il terreno e produrre massi cosiffatti. Ma, d’altra parte, quando ascolto il rumore assordante di quei torrenti, e penso che intere razze di animali sono scomparse dalla faccia della terra, e che durante questo intero periodo, notte e giorno, quei ciottoli sono andati rumoreggiando lungo il loro corso, ho esclamato fra me: quali monti, quali continenti possono resistere ad una cosiffatta distruzione?


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739