Farò soltanto un’altra osservazione geologica; sebbene la catena del Portillo sia qui più alta che non il Peuquenes, le acque che corrono nelle valli intermedie, scaturiscono da esso. Lo stesso fatto, sopra una scala più grande, è stato osservato nella linea orientale e più alta delle Cordigliere della Bolivia, in mezzo alle quali passano i fiumi; fatti analoghi si notarono in altre parti del mondo. Colla supposizione della susseguente e graduata elevazione della linea del Portillo, questo si può comprendere; perchè una catena di isolette sarebbe dapprima comparsa, e mentre queste stavano alzandosi, le maree debbono sempre avere scavato canali più profondi e più larghi in mezzo di esse. Presentemente, anche negli stretti più remoti della costa della Terra del Fuoco, le correnti nei frangenti trasversali che uniscono i canali longitudinali, sono tanto forti, che in un canale trasversale anche un bastimentino colle vele aperte vien fatto girare su se stesso.
Verso il mezzodì cominciammo la noiosa salita del Peuquenes, e allora per la prima volta provammo una certa difficoltà a respirare. Le mule dovevano fermarsi ogni cinquanta metri e dopo essersi riposati pochi minuti i poveri animali partivano volonterosi spontaneamente. Il respiro affannoso prodotto dall’aria rarefatta vien detto dai Chiliani puna, ed hanno nozioni ben ridicole intorno alla sua origine. Alcuni dicono: «tutte le acque hanno qui puna»; altri che: «dove v’ha neve, v’ha puna » – e ciò è senza dubbio vero. L’unica sensazione che provai fu un lieve stringimento al capo ed al petto, come quello che si prova lasciando una stanza calda per correre in fretta nell’aria gelata.
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