Nè pianta, nè uccello, tranne alcuni pochi condori che roteavano intorno agli altissimi picchi, e distraevano la mia attenzione dalla massa inanimata. Era contento d’esser solo; mi pareva di stare ad osservare un temporale, o di udire in piena orchestra un coro del Messia.
Trovai sopra alcune macchie di neve il Protoccocus nivalis, o neve rossa, tanto nota per le relazioni dei naviganti artici. La mia attenzione si fermò sopra di essa osservando le impronte delle mule macchiate di rosso pallido, come se i loro zoccoli fossero stati un po’ sanguinolenti. Dapprima credetti che questo derivasse da polvere venuta dai monti circostanti di porfido rosso; perchè per la facoltà di ingrandimento dei cristalli di neve, i gruppi di queste piante microscopiche parevano grosse particelle. La neve era colorita solo ove si era sciolta molto rapidamente, o era stata pesta per caso. Sfregandone un poco sulla carta si otteneva una lieve tinta rosea mista con un po’ di rosso mattone. In seguito ne tolsi via un po’ dalla carta e trovai che si componeva di gruppi di piccole sfere entro cassolette senza colore, ognuna del diametro di 0,0000026.
Il vento sulla cresta del Peuquenes, come ho osservato testè, è generalmente impetuoso e freddissimo: si dice99 che soffia costantemente dalla parte occidentale o lato del Pacifico. Siccome le osservazioni sono state fatte principalmente in estate, questo vento deve essere una corrente superiore e di ritorno. Il Picco di Teneriffa, con una elevazione minore, e in latit. di 28°, parimenti rientra in una corrente superiore e di ritorno.
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