Dapprima sembra piuttosto sorprendente, che il vento regolare lungo le parti settentrionali del Chilì e della costa del Perù, soffi in una direzione tanto meridionale; ma quando si riflette che le Cordigliere, che vanno in una linea da nord a sud, arrestano come un gran muro, tutta la profondità della corrente atmosferica inferiore, si può agevolmente vedere che il vento regolare deve essere spinto verso il nord, seguendo la linea dei monti, verso le regioni equatoriali, e così perde una parte di quel movimento che altrimenti avrebbe acquistato dalla rotazione della terra. A Mendoza, alle falde orientali delle Ande, si dice che il clima va soggetto a lunghe calme ed a frequenti, sebbene false apparenze di temporali; possiamo immaginare che il vento, venendo da oriente rimane così arrestato dalla linea dei monti, e deve farsi stagnante ed irregolare nei suoi movimenti.
Dopo aver attraversato il Peuquenes, scendemmo in un paese montuoso, intermedio fra due catene principali, e allora si presero le disposizioni per passare la notte. Eravamo ora nella repubblica di Mendoza. L’altezza era forse non minore di 3300 metri, e quindi la vegetazione era scarsissima. La radice di una meschina pianticella ci servì di combustibile, ma faceva un fuoco miserabile, ed il vento era acutamente freddo. Trovandomi oltremodo stanco del cammino del giorno, mi feci il letto più presto possibile, ed andai a dormire. Verso mezzanotte osservai che il cielo si era ad un tratto rannuvolato; svegliai l’arriero per sapere se non vi fosse pericolo di cattivo tempo; ma disse che senza lampi nè tuoni non v’era da temere uragani di neve.
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