Marzo 24. – Di buon mattino salii sopra un monte a fianco della valle, e godetti di una estesa veduta dei Pampas. Era questo uno spettacolo che io aveva sempre sperato dovesse essere interessantissimo, ma rimasi molto deluso; a prima vista somigliava assai ad una veduta lontana dell’Oceano, ma nelle parti settentrionali si distinguevano subito molte irregolarità. I profili più notevoli consistevano nei fiumi, i quali, stando di faccia al sole nascente, brillavano come nastri d’argento, finchè si perdevano nell’immensità della distanza. A mezzogiorno si scese la valle, e giungemmo ad una capanna; ove un ufficiale e tre soldati erano incaricati di esaminare i passaporti. Uno di quegli nomini era un vero indiano dei Pampas; tenuto colà piuttosto per fare l’ufficio di cane da caccia, onde scoprire le traccie di qualunque persona volesse passare segretamente, a piedi o a cavallo. Alcuni anni or sono, un viaggiatore cercò di passare inosservato, facendo un lungo giro sopra un monte vicino; ma quest’indiano, avendo per caso attraversato la sua traccia, la seguì per tutto il giorno sopra colline asciutte e sassose, finchè alla fine raggiunse la sua preda nascosta in una gola. Udimmo qui che le nuvole argentine che avevamo ammirato nella regione superiore, avevano versato torrenti di pioggia. La valle a quel punto andava gradatamente allargandosi, e le colline divenivano semplici monticelli, rosi dalle acque, a petto dei giganti che stavano loro dietro; poi si espandeva in una pianura di ciottoli dal dolce pendio, coperta di alberi bassi e di cespugli.
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Pampas Oceano Pampas
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