Siccome avevamo cavalcato tutto il giorno senza una goccia di acqua, le mule e noi eravamo tormentati dalla sete, e scoprimmo con molto piacere una sorgente che scende nella valle. Era curioso osservare quanto gradatamente l’acqua appariva: sulla pianura la corrente era al tutto asciutta; ma man mano andava facendosi più umida; poi apparivano pozzanghere di acqua; queste si riunivano subito; ed alla Villa Vicencio era divenuta un bel ruscelletto.
Marzo 30. – Il solitario tugurio che porta il nome sonoro di Villa Vicencio, è stato menzionato da ogni viaggiatore che ha attraversato le Ande. Rimasi colà e nelle miniere vicine durante i due giorni susseguenti. La geologia del contorno è curiosissima. La catena dell’Uspallata è separata dalle Cordigliere principali da una lunga e stretta pianura o bacino, simile a quelli tanto spesso menzionati nel Chilì, ma più alta, essendo a duemila metri sopra il mare. Questa catena ha quasi la stessa posizione geografica rispetto alle Cordigliere, della linea del gigantesco Portillo, ma è di una origine al tutto differente; è fatta di varie sorta di lava sottomarina, alternantesi con arenarie vulcaniche ed altri notevoli depositi di sedimento, e tutta la massa ha una strettissima somiglianza con alcuni dei giacimenti terziari delle spiaggie del Pacifico. Da questa somiglianza io mi aspettava di trovare legno silicizzato, generalmente caratteristico di quelle formazioni. Fui soddisfatto in modo straordinarissimo. Nella parte centrale della catena, ad una elevazione di circa duemilacento metri, osservai sopra un nudo rialzo alcune colonne sporgenti bianche di neve.
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