Humboldt estende questa opinione al caso di terremoti non accompagnati da eruzioni ma io non posso guari creder possibile, che la piccola quantità di fluidi aeriformi che sfuggono allora dai crepacci del terreno, possano produrre cosifatti notevoli effetti. Il modo di vedere esposto prima dal signor P. Scrope mi sembra molto più probabile, che quando il barometro è basso, e quando la pioggia è probabile, la pressione atmosferica diminuita sopra una vasta distesa di paese, può bene determinare il giorno preciso nel quale la terra, digià tesa all’estremo dalle forze sotterranee, deve cedere, spaccarsi, quindi tremare. È tuttavia dubbio fino a che punto questo modo di vedere possa spiegare il fatto di torrenti di pioggia che cadono nella stagione asciutta durante parecchi giorni, dopo un terremoto non accompagnato da una eruzione; questi casi sembrano far balenare una qualche intima relazione fra le regioni atmosferiche e le sotterranee.
Trovando poco interesse in quella parte del burrone, tornammo indietro alla casa di Don Benito, ove rimasi due giorni raccogliendo conchiglie e legno fossili. I grossi tronchi di alberi silicificati distesi e incorporati in un conglomerato, erano numerosissimi. Ne misurai uno, che aveva una circonferenza di quattro metri e cinquanta centimetri: quanto è meraviglioso il fatto che ogni atomo della materia legnosa di questo grande cilindro sia stato rimosso e sostituito tanto perfettamente dalla silice, per modo che ogni vaso ed ogni poro si sia conservato!
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Scrope Don Benito
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