Gli abitanti andarono sulle furie, e dichiararono che nessuno tranne gli eretici avrebbero potuto «Mangiare Dio Onnipotente»; cominciarono quindi a torturare alcuni inglesi, coll’intenzione di fucilarli in seguito. Alla fine le autorità intervennero, e la pace venne ristabilita.
Luglio 13. – Al mattino partii per le cave di salnitro, distanti quattordici leghe. Essendo saliti sulla scoscesa costa montuosa per un sentierino sabbioso a ghirigori, in breve giungemmo in vista delle miniere di Guantajaya e Santa Rosa. Questi due piccoli villaggi stanno alla imboccatura delle miniere; ed essendo appollaiati sulle colline, hanno un aspetto ancor più singolare e più desolato che non la città di Iquique. Fin dopo il tramonto non giungemmo alle cave di salnitro, e ciò dopo aver viaggiato tutto il giorno in un paese ondulato, un vero e sterile deserto. La strada era cosparsa di ossa e di pelli secche di molti animali da soma che erano morti dalla stanchezza lungo il cammino. Tranne il Vultur aura, che vive di carcami, non incontrai nè uccello, nè quadrupede, nè rettile, nè insetto. Sui monti della costa, all’altezza di 600 metri, che durante questa stagione sono coperti dalle nubi, alcuni pochi cactus crescevano nelle fessure della roccia; e la sabbia era sparsa di un lichene, che non aderisce affatto alla superficie. Questa pianta appartiene al genere Cladonia, e somiglia in certo modo al lichene delle renne. In alcune parti era in tanta quantità da dare alla sabbia, veduta da una certa distanza, un colore giallastro pallido.
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