Gli abitanti sono in numero di due a trecento; sono quasi tutti uomini di colore, che sono stati banditi per delitti politici dalla repubblica dell’Equatore, di cui Quito è la capitale. Lo stabilimento è posto quattro miglia e mezzo dentro terra, ad una altezza di circa trecento metri. La prima parte della strada passa in mezzo a boschetti senza foglie come nell’isola Chatham. Più in su, i boschi si van facendo sempre più verdi; ed appena passato l’orlo dell’isola, una lieve brezza meridionale venne a rinfrescarci, ed i nostri occhi si riposarono sopra una bella e verde vegetazione. In questa regione superiore abbondano erbe grossolane e felci; ma non vi sono felci arboree: in nessun luogo vidi specie della famiglia delle Palme, ciò che è molto singolare, mentre a 360 miglia al nord, l’isola Cocco prende il suo nome dal gran numero di alberi di noci di cocco. Le case sono sparse irregolarmente sopra uno spazio di terreno piano, che è coltivato a patate dolci e banane. Non ci si può fare un’idea del piacere che ci fece la vista della terra vegetale, dopo essere stati per tanto tempo avvezzi al terreno abbrustolito del Perù e del Chilì settentrionale. Gli abitanti quantunque si lamentino della povertà, hanno senza troppa fatica, ogni cosa necessaria alla vita. Nei boschi vi sono molte capre selvatiche e molti maiali pure selvatici; ma l’articolo principale di cibo animale è formato dalle testuggini. Naturalmente il numero di queste è molto diminuito in quell’isola, ma tuttavia la gente calcola su due giorni di caccia per avere il cibo pel resto della settimana.
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