Un giorno accompagnammo una comitiva di Spagnuoli nella loro barca fino alla salina, o lago dal quale si ricava il sale. Dopo sbarcati, facemmo una camminata faticosa sopra un campo scabro di lava recente, che aveva circondato quasi tutto il cratere di terra, in fondo al quale si trova il lago salato. L’acqua è profonda soltanto sette od otto centimetri e riposa sopra uno strato di bellissimi cristalli di sale bianco. Il lago è interamente circolare, ed è orlato di piante verdi, succulente, le pareti quasi a picco del cratere sono boscheggiate, cosicchè il paesaggio era al tutto pittoresco e singolare. Pochi anni or sono, i marinai di una nave di cacciatori di foche assassinarono il loro capitano in quel luogo remoto, e ne vedemmo il teschio giacente in mezzo ai cespugli.
Durante la maggior parte del tempo in cui rimanemmo colà, il cielo fu sereno, e se il vento regolare mancava per un’ora, il caldo diveniva allora soffocante. Per due giorni il termometro sotto la tenda segnava per alcune ore 35° cent.; ma all’aria aperta, al vento ed al sole era solo a 30°. La sabbia era estremamente calda; messo il termometro sopra un po’ di sabbia bruna, saliva all’istante a 60° e non so fin dove sarebbe salito ancora, ma quello strumento non aveva gradi più alti. La sabbia nera era ancor più calda, per cui malgrado i grossi stivali era molto spiacevole camminarvi sopra.
La storia naturale di queste isole è sommamente curiosa e merita bene tutta la nostra attenzione. La maggior parte dei prodotti organici sono creazioni aborigene che non s’incontrano in nessuna altra parte; vi è anche una differenza fra gli abitanti delle varie isole; tuttavia mostrano tutti una spiccata affinità con quelli dell’America, sebbene siano separati da quel continente da un vasto spazio di mare, largo circa 500 a 600 miglia.
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Spagnuoli America
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