In pochi secondi il fuoco fu acceso: ma per chi non conosce bene l’arte, richiedesi, come mi accorsi io stesso, una grandissima pratica; alla fine, con mia somma soddisfazione ed orgoglio riuscii io pure a far fuoco. I Gauchos nei Pampas adoperano un metodo al tutto differente: prendono una verghetta elastica lunga circa 46 centimetri, piegano un capo di questa sul petto, e l’altra punta aguzza la introducono in un buco fatto in un pezzo di legno, e poi girano violentemente la parte curva. I Tahitiani avendo fatto un piccolo fuoco di fascine, posero una quantitŕ di ciottoli della grossezza circa di palle da giuoco sul fuoco acceso. In dieci minuti le fascine furono consumate e le pietre calde. Avevano prima ravvolto in frammenti di foglie, pezzi di bue, di pesce, banane mature ed immature e cime di arum selvatico. Questi involtini verdi furono stesi in strati fra due file di pietre calde, e tutto il complesso venne poi coperto di terra, tanto che nč fumo, nč vapore potesse sfuggirne. In un quarto d’ora circa, ogni cosa era deliziosamente cucinata. I migliori bocconi furono poi stesi sopra una tovaglia di foglie di banana, ed i gusci delle noci di cocco ci servirono di coppa per bere l’acqua fresca del fiume; in tal modo assaporammo il nostro rustico desinare.
Io non poteva guardare le piante che mi stavano intorno senza provare un senso di ammirazione. Da ogni lato sorgevano foreste di banani; il frutto di questi, sebbene serva di nutrimento in vari modi, marciva in mucchi sul terreno.
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Gauchos Pampas Tahitiani
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