Nel piccolo recesso ove cadeva l’acqua, non sembrava che fosse mai soffiato un alito di vento. I margini sottili delle grandi foglie dei banani, umide dalla spuma, erano rimaste intatte, invece di essere, come segue per solito, tagliate in mille striscie. Dalla nostra posizione, quasi sospesa ai fianchi del monte, avevamo la vista del fondo delle valli vicine; ed i punti più alti dei monti centrali, torreggianti entro sessanta gradi dello zenith, celavano quasi il cielo. Seduti così, era uno spettacolo sublime osservare le ombre della notte che oscuravano le ultime e più alte guglie.
Prima di coricarci per dormire, il Tahitiano più vecchio si inginocchiò, e cogli occhi chiusi recitò nella sua lingua nativa una lunga prece. Pregava come dovrebbe fare un cristiano, con vera divozione, e senza timore del ridicolo o nessuna ostentazione di pietà. Ai nostri pasti nessuno degli uomini che erano con noi assaggiava cibo, senza prima aver fatto una breve preghiera. Quei viaggiatori che credono che un Tahitiano prega solo quando il missionario lo sta a guardare, avrebbero dovuto passare con noi quella notte sui fianchi del monte. Prima del mattino cadde una fitta pioggia; ma il buon tetto di foglie di banane ci tenne bene asciutti.
Novembre 19. – All’alba i miei amici, dopo l’orazione del mattino, prepararono una eccellente colazione nello stesso modo della sera precedente. Certamente essi ne presero una ampia parte, perchè invero non ho mai veduto uomini mangiare tanto.
M’immagino che l’enorme capacità del loro stomaco dipenda molto dal loro nutrimento che si compone in gran parte di frutta e vegetali, i quali contengono, in un dato volume, una porzione comparativamente piccola di nutrimento.
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Tahitiano Tahitiano
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