Lontano un miglio e mezzo circa da questo luogo vi è un panorama degnissimo di essere visitato. Dopo aver seguitato una valletta ed il suo ruscelletto, si apre a un tratto un immenso golfo in mezzo agli alberi che orlano il sentiero, alla profondità forse di 450 metri. Camminando ancora per un tratto di pochi metri, si rimane sull’orlo di un vasto precipizio, e sotto si vede un grande seno o golfo, perchè non saprei quale altro nome dargli, fittamente coperto di foreste. Il punto di vista è collocato come sulla cima di un golfo con una fila di scogli che diverge da ogni lato e che mostra una punta dietro l’altra, come una ardita costa marina. Questi scogli son fatti di strati orizzontali di arenaria biancastra; essi sono tanto verticali, che in alcuni punti se una persona ritta sull’orlo scaglia un sasso in giù, può vederlo colpire gli alberi che stanno nell’abisso sottostante.
È così rotta la linea degli scogli, che per giungere al piede della cascata prodotta dal piccolo corso di acqua, si dice che bisogni fare un giro di sedici miglia. Alla distanza di cinque miglia circa di prospetto, si estende un’altra linea di scogli, che sembrano in tal modo racchiudere la valle; e quindi il nome di golfo dato a quella grande depressione circolare viene giustificato. Se immaginassimo che un porto ondeggiante, colla sua acqua profonda circondata da alte sponde scogliose, venisse a prosciugarsi, ed una foresta nascesse sul suo fondo di sabbia, avremmo allora l’aspetto e la struttura che qui vediamo.
| |
|