Queste cosifatte sponde, suppongo, sono state formate dal sedimento ammucchiato da forti correnti sopra un fondo irregolare. Che il mare, in alcuni casi, invece di spargere uniformemente il sedimento, lo ammucchi intorno alle isole ed alle rocce sottomarine, non è quasi da mettere in dubbio, quando si siano esaminate le carte delle Indie occidentali; ed ho notato in molte parti dell’America del Sud, che le onde hanno la facoltà di formare scogli alti e precipitosi, anche entro porti chiusi. Applicando queste idee alle piattaforme di arenaria della Nuova Galles del Sud, mi figuro che gli strati furono ammucchiati dalla azione di forti correnti, e dalle ondulazioni del mare aperto, sopra un tondo irregolare; e che gli spazi a mo di valle che rimasero così sgombri, ebbero i loro fianchi scoscesi e dirupati, durante una lenta elevazione della terra, essendo l’arenaria consumata e rimossa, sia al tempo in cui le strette gole vennero formate dal mare che si ritirava, o in seguito per l’azione diluviale.
Poco dopo aver lasciato Blackheath, scendemmo dalla piattaforma di arenaria pel passaggio del monte Vittoria. Per compiere questo passaggio era stata scavata una quantità enorme di pietra; ed il disegno, e la sua esecuzione, erano degni di qualunque strada d’Inghilterra. Entrammo poi in un paese meno elevato di quasi 300 metri, e fatto tutto di granito. Col mutar delle roccie, la vegetazione si faceva migliore, gli alberi erano più belli e più lontani, ed il pascolo in mezzo di essi era un po’ più verde e più abbondante.
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