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      Nuvole di polvere volavano per ogni direzione; sembrava che il vento fosse passato sul fuoco. Sentii dire in seguito che all’aperto il termometro era salito a 60°, ed in una stanza chiusa a 36°. Nel pomeriggio giungemmo alle viste delle bassure di Bathurst, che sta nel mezzo di ciò che si potrebbe chiamare una larga valle, o una stretta pianura. Mi era stato detto a Sydney di non farmi una troppo cattiva opinione dell’Australia giudicandola dalle strade, nè una opinione troppo buona giudicandola da Bathurst; in quest’ultimo caso, non mi sentii per nulla in pericolo di fare falsi giudizi. Bisogna dire anche che la stagione era stata molto asciutta, ed il paese non aveva un aspetto favorevole; quantunque comprendessi che doveva essere molto peggiore due o tre mesi prima. Il segreto della rapida crescente prosperità di Bathurst consiste in ciò che il bruno pascolo che all’occhio del forestiero sembra così meschino, è un cibo eccellente per le pecore. La città sta alla altezza di 660 metri sopra il livello del mare, sulle rive del Macquarie; è questo uno dei fiumi che scorrono in una terra dell’interno quasi ignota. La linea dei pendii che divide i corsi d’acqua interni da quelli della costa, ha un’altezza di circa 900 metri, e si dirige da settentrione a mezzogiorno per una distanza di ottanta a cento miglia dalla costa del mare. Il Macquarie sulla carta figura come un fiume notevole, ed è il più grande di quelli che scorrono in questa parte del pendio; tuttavia, con mia grande sorpresa trovai che non era altro che una catena di stagnetti, separati fra loro da spazi quasi asciutti.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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