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      Gennaio 30. – La Beagle fece vela per Hobart Town nella Terra di Diemen. Il 5 febbraio, dopo sei giorni di viaggio, di cui la prima parte fu bella, e l’ultima freddissima e squallida, entrammo nell’imboccatura del golfo delle Tempeste; il tempo giustificava quel terribile nome. Il golfo potrebbe esser chiamato meglio estuario, perchè alla sua cima riceve le acque del Derwent. Presso l’imboccatura, vi sono molte estese piattaforme di basalto; ma più in su la terra diviene montuosa, ed è coperta di un rado bosco. Le parti più basse delle colline che stanno sul margine del golfo sono diboscate; e lo splendido giallo del frumento, ed il verde oscuro delle patate davano al paesaggio un aspetto molto lussureggiante. La sera tardi gettammo l’àncora nello stretto seno, sulle sponde del quale sorge la capitale della Tasmania. Il primo aspetto del luogo era inferiore a quello di Sydney; quest’ultima si può invero chiamare una grande città, non quella. È posta alle falde del monte Wellington, montagna alta 930 metri circa, ma poco pittoresca: da questa, tuttavia scorre un corso d’acqua molto abbondante. Intorno al seno vi sono alcuni magazzini molto belli, e da un lato sorge una piccola fortezza. Venendo dalle colonie spagnuole, ove si è dato tanto peso alle fortificazioni, i mezzi di difesa di queste colonie sembrano molto meschini. Comparando questa piccola città con Sydney, fui principalmente colpito dal piccolo numero di case grandi, sia fabbricate, sia in fabbricazione. Hobart Town, dal censimento del 1835, conteneva 13,826 abitanti, e tutta la Tasmania 36,505.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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