In ogni parte s’incontrano paguri di più specie117, che trascinano sul loro dorso le conchiglie rubate sulla vicina spiaggia.
In alto, un gran numero di sule, di uccelli fregate e di sterne, stanno posate sugli alberi; ed il bosco, pei molti nidi, e per l’odore dell’aria, si potrebbe chiamare un vasto nido marino. Le sule posate nei loro rozzi nidi, vi guardano con piglio stupido ed irato. Le così dette sterne stolide come lo dice il loro nome, sono sciocche creaturine. Vi è solo un bell’uccello; è una piccola sterna bianca come neve, che svolazza dolcemente alla distanza di pochi passi dal vostro capo, mentre col suo grande occhio nero sembra scrutare, con tranquilla curiosità, la vostra espressione. Non è necessaria molta immaginazione per figurarsi che quel corpicino leggero e delicato debba essere abitato da qualche fata girovaga.
Domenica, aprile 3. – Dopo il servizio religioso, accompagnai il capitano Fitz Roy allo stabilimento, collocato alla distanza di alcune miglia, sopra un punto dell’isola coperta fittamente di altri alberi di cocco. Il capitano Ross ed il signor Liesk vivono in una grande casa a mo’ di tettoia aperta dai due lati, e foderata con stuoie fatte di corteccia intrecciata. Le case dei Malesi sono disposte lungo la sponda della laguna. Tutto il luogo ha un aspetto piuttosto desolato, perchè non vi sono nè giardini nè segni di cura e di coltivazione. Gl’indigeni appartengono a differenti isole dell’arcipelago delle Indie orientali, ma parlano tutti lo stesso linguaggio; vedemmo abitanti di Borneo, delle Celibi, di Giava e di Sumatra.
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