Non entrerò in molti altri particolari, ma debbo osservare che la curiosa struttura degli atolli al settentrione di Maldiva viene semplicemente spiegata (considerando la libera entrata del mare in mezzo agli argini rotti) col crescere dei coralli esternamente e all’insù, i quali posavano in origine tanto sopra i piccoli scogli staccati nelle loro lagune, come segue negli atolli comuni, o sulle parti rotte dello scoglio lineare del margine come quelli che limitano ogni atollo di forma ordinaria. Non posso astenermi dal notare ancora una volta la singolarità di queste strutture complesse – un grande disco sabbioso e generalmente concavo che sorge repentino dall’immensurabile oceano, colla sua espansione centrale ripiena, e col suo orlo simmetricamente orlato di bacini ovali di roccia coralligena che sfiora la superficie del mare, talora ricoperta di vegetazione, e contenente ognuno un lago di acqua limpidissima!
Ancora una osservazione particolare: siccome nei due vicini arcipelaghi i coralli prosperano in uno e non nell’altro, e siccome tante condizioni prima enumerate debbono alterare la loro esistenza, sarebbe un fatto inesplicabile se, durante i mutamenti a cui la terra, l’aria, e l’acqua vanno soggette, i coralli costruttori di scogli potessero continuare a vivere perpetuamente in un dato punto o area. E siccome colla nostra teoria le aree che comprendono atolli e scogli ad argine vanno abbassandosi, dobbiamo occasionalmente trovare scogli morti e sommersi. In tutti gli scogli, a cagione del sedimento che è stato trascinato fuori dalla laguna o dal canale o laguna sotto vento, quel lato è meno favorevole ad un continuato e vigoroso accrescimento dei coralli; quindi le parti morte dello scoglio non di rado si presentano dal lato sotto vento; e questi, sebbene conservino ancora la loro propria struttura paretiforme, si sono ora in parecchi casi affondati di vari metri sotto la superficie.
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Maldiva
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