Passai la maggior parte del giorno seguente a passeggiare intorno alla città, ed a visitare varie persone. La città è di grandezza notevole, e si dice contenga 20.000 abitanti; le strade sono molto pulite e regolari. Quantunque l’isola sia da tanti anni sotto il governo inglese, il carattere generale del luogo è al tutto francese; gl’Inglesi parlan francese colla servitù, ed i negozi son tutti francesi; davvero credo che Calais o Boulogne abbian più dell’inglese. Vi è un graziosissimo teatrino, nel quale si rappresentano con molta perfezione le operette. Eravamo pure sorpresi di vedere grandi botteghe di librai colle bacheche ben fornite; la musica e la lettura ci annunziava il nostro avvicinarci al mondo antico dell’incivilimento perchè in verità tanto l’Australia quanto l’America sono nuovi mondi.
Le varie razze di uomini che girano nelle strade somministrano lo spettacolo più interessante di Port-Louis. I condannati dalle Indie sono mandati qui a vita; ora ve ne sono circa 800, e sono impiegati in vari pubblici lavori. Prima di vedere quella gente, non aveva idea che gli abitanti dell’India avessero un aspetto tanto nobile. La loro pelle è molto scura, e molti fra i più vecchi hanno grandi baffi e barba di un color bianco di neve; questo, unito alla vivacità della loro espressione, dava loro un aspetto al tutto imponente. Il più gran numero è stato bandito per omicidio e per altri delitti atroci; altri per cause che appena si potrebbero considerare come colpe morali, come per non aver obbedito, per motivi superstiziosi alle leggi inglesi.
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