L’indomani andai ad alloggiare ad una piccolissima distanza dalla tomba di Napoleone123: era una posizione veramente centrale, dalla quale poteva fare escursioni in ogni parte. Durante i quattro giorni che rimasi colà, girai sull’isola dal mattino alla sera, ed esaminai la sua storia geologica. Il mio alloggio era all’altezza di circa 600 metri; quindi il tempo era freddo e tempestoso, con pioggie continue; ed ogni tanto tutto il paesaggio era coperto da fitte nuvole.
Presso la costa la lava scabra è al tutto nuda; nelle parti più alte del centro, le roccie di feldspato scomponendosi hanno prodotto un terreno cretaceo, il quale, ove non è coperto di vegetazione, è macchiato di grandi fascie di molti colori brillanti. In questa stagione, la terra bagnata da continue pioggie, produce un pascolo di un verde notevolmente brillante, che man mano che scende, va graduatamente facendosi più scarso finchè scompare al tutto. Nella latitudine di 16°, ed alla piccola altezza di 450 metri, è sorprendente trovare una vegetazione fornita di un carattere assolutamente inglese. Le colline sono ornate di piantagioni irregolari di abeti di Scozia; e i pendii sono fittamente sparsi di cespugli di erica coperti dei loro brillanti fiori gialli. I salici piangenti sono comuni sulle sponde dei ruscelli, e le siepi son fatte di more selvatiche, che producono il loro notissimo frutto. Quando consideriamo che il numero delle piante che si trova ora nell’isola è di 746, e che di queste solo cinquantadue sono specie indigene, ed il resto è stato importato, e la maggior parte dall’Inghilterra, vediamo la ragione del carattere inglese della vegetazione.
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