Le correnti di lava sono coperte di rialzi, e sono tanto scabre che, parlando geologicamente, non si possono spiegare con agevolezza. Gli spazi intermedi sono nascosti di strati di pomice, di ceneri, e di erba vulcanica. Mentre questa punta dell’isola mi passava davanti in mare, non mi poteva figurare che cosa fossero certe macchie bianche di cui tutta la pianura era screziata; vidi ora che erano uccelli marini che dormivano tanto pieni di fiducia, che anche a mezzogiorno un uomo avrebbe potuto andar loro addosso ed impadronirsene. Quegli uccelli furono le sole creature viventi che abbia veduto durante tutta quella giornata. Sulla spiaggia grossi cavalloni, sebbene la brezza fosse leggera, venivano a frangersi sulle roccie di lava spezzata.
La geologia di quest’isola è per molti rispetti interessante. Osservai in parecchi punti bombe vulcaniche, vale a dire masse di lava che sono scoppiate nell’aria, mentre erano ancora in fusione, ed hanno quindi preso una forma sferica o a pera. Non solo la loro forma esterna, ma, in parecchi casi, la loro struttura interna mostra in un modo curiosissimo che nel loro corso aereo hanno girato su sè stesse. La struttura interna di una di queste bombe, quando vengon rotte, è rappresentata con molta cura nell’incisione della pagina vicina. La parte centrale è grossolanamente cellulare, le celle diminuiscono in volume verso la parte esterna; ove v’ha una cavità a foggia di conchiglia spessa circa otto o nove millimetri, di pietra compatta, che è parimente ricoperta dalla crosta esterna di lava finamente cellulare.
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