Quantunque notte e giorno le onde dell’Atlantico, intorbidite dal sedimento che contengono, flagellino gli orli scoscesi di questo muro di pietra, tuttavia i piloti più vecchi non conoscono nessuna tradizione che parli di un qualche mutamento nel suo aspetto. Questa durevolezza è il fatto più curioso della sua storia; è dovuta ad uno strato duro, spesso pochi centimetri di materia calcare, fatto al tutto dal crescere e dal successivo morire di piccole conchiglie di Serpule, unitamente ad alcune poche lepadi e millipore. Queste millipore, che sono piante marine dure, e semplicemente organizzate, compiono un ufficio importante ed analogo nel proteggere le superfici superiori degli scogli coralligeni, dietro e dentro alle scogliere, ove i veri coralli, durante il crescere esterno della massa, rimangono uccisi per essere esposti al sole ed all’aria. Questi insignificanti esseri organici, specialmente le Serpule, hanno reso buoni servigi alla popolazione di Pernambuco; perchè senza la loro opera protettrice la scogliera di arenaria sarebbe stata inevitabilmente portata via da un pezzo e senza questa scogliera, non vi sarebbe stato porto.
Il 19 di agosto abbandonammo finalmente le spiaggie del Brasile. Ringrazio Dio di non aver più mai da visitare un paese da schiavi. Fino ad oggi, se sento un gemito lontano, mi richiama alla mente con dolorosa verità il senso che provava quando passando vicino ad una casa di Pernambuco, udiva gemiti pietosissimi, e non poteva supporre altro che la tortura di qualche povero schiavo, mentre sapeva che io era tanto impotente quanto un fanciullo per fare anche solo qualche rimostranza.
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