Quanto sono diverse le circostanze di un uomo che naufraga oggi nel Pacifico da quello che erano al tempo di Cook! Dal tempo del suo viaggio un emisfero è stato aggiunto al mondo civile.
Se una persona soffre molto del mal di mare, questo è un inconveniente che deve essere molto considerato. Parlo per esperienza: non è un male di poco rilievo da curarsi in una settimana. Se, d’altra parte, egli trova piacere nella tattica navale, certamente otterrà allora piena soddisfazione pel suo gusto. Ma bisogna tener bene in mente la grande porzione di tempo che, durante un lungo viaggio, si passa sull’acqua, in paragone dei giorni che si passano in porto. E che cosa sono le vantate meraviglie di uno sterminato oceano? Una monotona distesa, un deserto d’acqua, come lo chiamano gli Arabi. Senza dubbio vi sono spettacoli deliziosi. Una notte di luna, col cielo sereno ed il mare scintillante, e le bianche vele gonfie dalla dolce brezza di un vento regolare; una calma perfetta, colla gonfia superficie, liscia come uno specchio, e tutto silenzioso tranne talora lo sbattere delle vele contro gli alberi. Per una volta è bello vedere una burrasca mentre irrompe colla sua furia sempre crescente, o un forte vento che fa alzare come monti le onde. Confesso, tuttavia, che la mia immaginazione si era figurata qualche cosa di più maestoso, di più terribile in una grande burrasca. È uno spettacolo infinitamente più bello quando è veduto sulla terra, ove l’ondeggiare degli alberi, il volo spaventato degli uccelli, le scure ombre, i lampi repentini, lo irrompere dei torrenti, tutto narra la lotta degli elementi scatenati.
| |
Pacifico Cook Arabi
|