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      Noi vediamo da ciò, che la P. veris e vulgaris non si posso-no incrociare in qualsiasi modo se non con considerevoli diffi-coltà, che esse differiscono evidentemente fra loro nell’abito esterno, che differiscono in diversi caratteri fisiologici, che abi-tano località alquanto diverse e che hanno una diversa distri-buzione geografica. Quei botanici che considerano queste piante come varietà devono poter provare, che esse non sono fissate nel loro carattere così bene come la maggior parte delle specie; e le prove in favore di questa instabilità di carattere sembrano essere a prima vista assai decisive. Sono basate in primo luogo sulle relazioni, fatte da alcuni competenti osser-vatori, di aver allevato la P. veris vulgaris e oxlip dai semi della stessa pianta, e in secondo luogo sulla frequenza di piante, che presentano allo stato di natura tutte le gradazioni intermedie fra la P. veris e la vulgaris.
      Il primo fatto è tuttavia di poco valore; poichè non essendo conosciuta in passato l’importanza della eterostilia, le piante seminifere non furono in nissun caso ( ) protette dalle visite degli insetti; e il pericolo, che una P. veris isolata o parecchie P. veris della stessa forma sia incrociata da una vicina P. vulgaris e produca così degli oxlip, deve essere stato quasi altrettanto grande, quanto che uno dei sessi di una pianta dioica siasi in-crociato in condizioni analoghe coll’altro sesso di una pianta affine vivente in vicinanza. Il sig. H.C. Watson, un osservatore acuto e assai accurato, ha intrapreso molti esperimenti col se-minare semi di P. veris e di diverse varietà di oxlip, e riuscì alle conclusioni seguenti:( ) «che i semi di una P. veris possono produrre tanto la P. veris come l’oxlip, e i semi di un oxlip possono produrre P. veris oxlip e P. vulgaris». Questa conclu-sione armonizza perfettamente coll’idea, che in tutti i casi in cui simili risultati si ottennero, la P. veris non difesa, sia stata incrociata dalla P. vulgaris, e l’oxlip, non difeso, dalla P. veris o dalla P. vulgaris; poichè in quest’ultimo caso possiamo aspet-tarci, che in forza della riversione, la quale notoriamente è at-tivissima negli ibridi, sorgano occasionalmente le due forme madri in tutte le loro apparenze, come pure molte forme in-termedie.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388