( ) Nell’abito esterno differisce tanto dal comune oxlip che nissuno, il quale sia abituato a veder vive le due forme, può mai scambiarle in avvenire; ma vi ha difficilmente più d’un u-nico carattere che la possa caratterizzare distintamente, cioè le sue capsule oblunghe-lineari eguagliano il calice in lunghez-za.( ) Le capsule, quando sono mature, differiscono evidente-mente da quelle di P. veris e vulgaris per la loro lunghezza. Quanto alla fertilità delle due forme, quando esse vengano u-nite nei quattro modi possibili, si comportano come le altre specie eterostili del genere, e differiscono solo alquanto (vedi Tabelle VIII e XII) nel numero relativamente minore dei fiori illegittimamente fecondati che producono capsule. Che la P. elatior non sia un ibrido è cosa certa, poichè se vengono unite le due forme in modo legittimo producono una media elevata di 47.1, e di 35.5 semi per capsula se vengono fecondate illegit-timamente, mentre dalle quattro possibili unioni (Tabella XIV) fra le due forme del comune oxlip, il quale è, come sap-piamo, un bastardo, solo qualcuna diede semi, e la media fu in questo caso solo 11.6 per capsula. Di più, io non potei scoprire nelle antere della forma microstile di P. elatior neppure un granello pollinico cattivo, mentre nelle due piante microstili dei comune oxlip tutti i granelli erano cattivi, come pure la massima parte di essi nella terza pianta. Essendo il comune o-xlip un ibrido delle P. vulgaris e veris, non è punto da meravi-gliarsi se otto fiori macrostili della P. vulgaris, fecondati col polline del comune oxlip macrostile, produssero otto capsule (Tabella XVIII), le quali per altro contenevano solo una picco-la media di semi; mentre lo stesso numero di fiori di P. vulga-ris, similmente fecondati dai macrostile Bardfield oxlip, pro-dussero solo un’unica capsula, poichè quest’ultima pianta è una specie affatto diversa dalla P. vulgaris.
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Tabelle VIII Tabella XIV Tabella XVIII Bardfield
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