Dapprima si separa la corolla dalle sue aderenze e poscia i sepali si curvano spontaneamente verso l’interno in modo da abbracciare l’ovario, e quindi nel corso di due o tre minuti, col mezzo dei loro movimenti, lanciano via la corolla. Niente di simile avviene nei fiori giovani ed appena espansi. Nel Verbascum lychnitis e, come io credo, nel V. phoeniceum, la corolla non viene gettata, per quanto spesso e vivamente il fusto venga scosso. In queste curiose particolarità, gli ibridi sopra descritti si avvicinavano al V. thapsus; osservai infatti con mia grande meraviglia che, quando staccava i bottoni fiorali intorno ai fiori che aveva segnati con un filo, questa leggera scossa cagionava infallibilmente la caduta delle corolle.
Questi ibridi sono interessanti sotto parecchi punti di vista; e in primo luogo per il numero trovato in varie parti di uno stesso campo di mediocre estensione. Che essi debbano la loro origine agli insetti, che volano di fiore in fiore raccogliendo polline, non è possibile dubitare. Quantunque gli insetti rubi-no con ciò ai fiori una sostanza estremamente preziosa, essi prestano tuttavia grandi servigi; perocchè, come io ho dimo-strato in altro luogo,( ) i discendenti di V. thapsus, che deriva-no dai fiori fecondati col polline di un’altra pianta, sono più robusti di quelli derivati dai fiori autofecondati. Ma in questo caso particolare, gli insetti fecero grande danno, poichè con-dussero alla produzione di piante affatto sterili. Secondaria-mente questi ibridi sono degni di rimarco, perchè differiscono notevolmente fra loro in molti caratteri; imperocchè gli ibridi della prima generazione, se sono derivati da piante ben coltiva-te, hanno per lo più caratteri uniformi.
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Verbascum
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