I numerosi fiori delle undici piante macrostili tenute sotto il velo, che non vennero fecondati, produssero solo tre capsu-le, le quali contenevano 8, 4 ed 1 buoni semi. Se queste capsule fossero il prodotto di una accidentale unione legittima dipen-dente da ciò che i rami delle piante delle due forme si intrec-ciavano, non pretendo decidere. L’unica pianta macrostile che fu lasciata scoperta e cresceva vicina alla pianta microstile pure scoperta produsse cinque buone capsule; ma era una pianta piccola e triste.
I fiori portati dalle tredici piante microstili tenute sotto il velo, e che non furono fecondati, produssero dodici capsule, le quali contenevano in media 5 o 6 semi. Poichè alcune di queste capsule erano bellissime e cinque di esse furono portate da un sol ramo, io suppongo che un qualche insetto minuto sia arri-vato casualmente sotto il velo ed abbia portato sui fiori, che produssero questo piccolo gruppo di capsule, polline dell’altra forma. La sola pianta microstile scoperta, che cresceva vicinis-sima alla pianta macrostile pure scoperta, diede dodici capsule.
Dopo questi fatti noi abbiamo ragione di credere che, co-me nel caso di Linum grandiflorum, le piante microstili siano lievemente più fertili col proprio polline che le piante macro-stili. In ogni caso abbiamo la prova più chiara che gli stimmi di ciascuna forma abbisognano per una completa fertilità, che arrivi su di loro il polline degli stami di altezza corrispondente e appartenente all’altra e opposta forma.
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Linum
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