Faccio menzione di questo caso, perchè vi so-no dei botanici i quali, parlando della fecondazione di diversi fiori, parlano del vento o degli insetti, come se questa alterna-tiva fosse affatto indifferente. Questa idea è affatto erronea, se-condo la mia esperienza. Quando il vento è l’agente che tra-sporta il polline da un sesso all’altro, o da un fiore ermafrodita ad un altro, noi possiamo scorgere delle particolarità di strut-tura, le quali sono egualmente adattate alla sua azione come quelle che sono adattate agli insetti, quando questi ne sono i portatori. Noi vediamo un adattamento al trasporto col mez-zo del vento nello stato incoerente del polline, nella quantità straordinaria in cui viene prodotto (come nelle conifere, negli spinaci, ecc.); nella posizione pendente delle antere, bene adat-tata a lasciar cader fuori il polline, nella mancanza o nella pic-colezza del perianzio; nella protrusione dello stimma nell’epoca della fecondazione; nella comparsa dei fiori prima che vengano nascosti dalle foglie, e infine negli stimmi che so-no coperti di fini peli o penniformi (come nelle Graminee, ecc.), tanto che trattengono con sicurezza i granelli che vi fos-sero accidentalmente portati dal vento. Nelle piante che ven-gono fecondate col mezzo del vento i fiori non secernono net-tare, il loro polline è troppo incoerente per poter essere facilmente raccolto dagli insetti, non posseggono corone con colori chiari che possano seguire di guida, ad essi non vengo-no, per quanto ho potuto vedere, fecondati dagli insetti.
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Graminee
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