Quest’ultimo fatto non prova peraltro che que-sta pianta sia eterostile; potendo essa appartenere alla classe delle piante autosterili. Un’altra pianta vivente nell’orto botanico di Cal-cutta era, come m’informa il signor J. Scott, macro-stile e anch’essa era sterile col proprio polline, mentre una pianta macrostile di L. reginae produsse frutto, sebbene fosse cresciuta isolata. Io esaminai fiori secchi di due piante di Lagerstroemia parviflora, che erano am-bedue macrostili ed esse differivano dalla Lagerstroemia Indica in ciò che esse avevano otto stami lunghi con grossi filamenti e moltissimi stami brevi. I fatti relativi alla questione della eterostilia di Lagerstro-emia Indica sono quindi singolarmente contraddittorii: il numero disuguale degli stami brevi e lunghi, la loro estrema variabilità, e specialmente il fatto che i loro granelli pollinici non differiscono in grandezza si oppongono direttissimamente a questa opinione; d’altro canto sono favorevoli a questa idea la diversa lunghezza dei pistilli in due di queste piante, la loro sterilità col proprio polline e la differenza di lunghezza e di struttura degli stami delle due catego-rie nello stesso fiore, come pure la diversità di colore del loro polli-ne. È noto che, quando due piante di una qualsiasi specie ritornano verso il loro stato primitivo, esse diventano facilmente assai variabili a segno che talvolta differiscono notevolmente fra loro le due metà di uno stesso organo, come succede nel caso delle sopra nominate antere della Lagerstroemia; noi possiamo per conseguenza supporre che questa specie sia stata primitivamente eterostile, e che essa con-servi ancora sempre traccie dal suo primiero stato assieme alla ten-denza di ritornare ancora più completamente verso il medesimo.
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Cal-cutta Scott Lagerstroemia Lagerstroemia Indica Lagerstro-emia Indica Lagerstroemia
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