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      In ognuna delle sette classi le piante variavano conside-revolmente nel grado medio della loro fertilità, sebbene pro-venissero dagli stessi genitori e fossero state seminate alla stessa epoca e nel medesimo terreno.
      Rivolgiamoci ora alle classi V, VI e VII e osserviamo la co-lonna di destra della Tabella; noi vi vediamo piante con un numero percentuale di semi superiore al numero normale in quantità quasi eguale a quelle con un numero percentuale di semi ad esso inferiore. Poichè nella maggior parte delle piante il numero dei semi prodotti varia considerevolmente, si po-trebbe credere che non si tratti qui che di un caso di semplice variabilità. Questa idea però dev’essere rigettata, per quanto riguarda le piante meno fertili di queste tre classi: in primo luogo perchè nessuna delle piante della V classe raggiunse la normale statura, la qual cosa dimostra che esse erano in qual-che modo alterate; e secondariamente perchè molte piante del-le classi V e VI produssero antere, le quali o erano contabe-scenti oppure contenevano granelli pollinici piccoli ed attratti. E poichè in questi casi gli organi maschili erano evidentemente deteriorati, così la conclusione di gran lunga più probabile è che gli organi femminili anch’essi sieno stati alterati in alcuni casi e che sia questa la causa del numero minore dei semi pro-dotti.
      Riguardo alle sei piante delle altre tre classi, che diedero un numero percentuale assai elevato di semi, sorge naturalmente l’idea che la misura normale della fertilità per le forme macro-stile e microstile (colle quali soltanto noi abbiamo a fare in questo caso) sia stata presa troppo bassa, e che le sei piante il-legittime abbiano posseduto semplicemente la completa fertili-tà. Il numero normale per la forma macrostile fu ottenuto col contare i semi di ventitre cassule e quello per la forma micro-stile da venticinque cassule.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





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