Lo stesso mio figlio esaminò anche polline di due piante omostili di Southampton, ed in ambedue differivano fra loro straordinariamen-te in grandezza i granelli delle medesime antere; moltissimi di essi erano piccoli ed attratti, mentre molti altri erano egualmente grandi come quelli della forma microstile e piuttosto più globosi ancora. Egli è probabile che la grandezza considerevole di questi granelli fosse la conseguenza di una mostruosità e non dipendesse dall’aver essi assunto il carattere della forma microstile; poichè Max Vichura ha trovato in certi ibridi granelli pollinici di mostruosa grandezza. Il numero sterminato di piccoli granelli attratti che si trovò nei due casi suddetti spiega il fatto che, quantunque le piante omostili sieno per lo più fertili in grado elevato, tuttavia alcune di esse producono pochi semi. Aggiungerò ancora che mio figlio confrontò nell’anno 1875 i granelli di due piante con fiori bianchi, nelle quali il pistillo sorpassava in altezza le antere, sebbene nessuna di esse fosse ben ma-crostile o distintamente omostile; ed in una di esse, quella che aveva lo stimma più alto, i granelli stavano a quelli della seconda, in cui lo stimma sporgeva meno, nel rapporto dei diametri come 100 a 80, mentre la differenza fra i granelli di piante macrostili e microstili perfettamente caratterizzate è come 100 a 57. Per conseguenza que-ste due piante si trovavano in uno stato intermedio.
Ritorniamo ora alle 17 piante della 1a linea della Tabella XXXI: per la relativa posizione dei loro stimmi e delle antere era appena possibile ad evitarsi la autofecondazione e per conseguenza quattro di esse produssero spontaneamente non meno di 180 cassule; da que-ste il sig.
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Southampton Max Vichura Tabella XXXI
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