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      Per conseguenza la autofecondazione di questa varietà in realtà non è se non una unione legittima e per questa ra-gione essa è fertile in grado elevato. Il signor Scott dice inoltre che questa varietà produsse pochissimi semi allorchè venne fecondata sia dalla forma macrostile sia dalla microstile della ordinaria P. veris, e che ambedue le forme di quest’ultima fecondate dalla varietà omo-stile produssero anch’esse pochissimi semi. I suoi esperimenti colla P. veris furono pochi soltanto e i miei risultati non confermano pie-namente i suoi.
      Io derivai venti piante da semi autofecondati, che mi furono spediti dal sig. Scott; tutte produssero fiori rossi che variavano fra loro di tinta in modo insignificante. Di queste due erano macrostili in senso stretto, tanto per la struttura che per la funzione, poichè i loro organi della riproduzione furono esaminati con ambedue le forme della P. veris. Se piante erano omostili; ma in una stessa pianta il pistillo variava notevolmente in anni diversi. Ciò avveniva, secon-do il sig. Scott, anche nella madre-pianta. In fine dodici piante ave-vano l’aspetto di microstili, ma la lunghezza del pistillo variava in esse più che non avvenga nelle ordinarie microstili P. veris e differi-vano da queste considerevolmente quanto al potere di riproduzione. I loro pistilli erano diventati microstili per struttura, mentre rima-nevano macrostili per funzione. Quando vengono esclusi gli insetti, le P. veris microstili sono estremamente sterili; così per es. in una occasione sei belle piante produssero circa 50 semi (vale a dire meno del prodotto di due buone cassule) e un’altra volta neppure una sola cassula.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





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