Per quanto riguarda la questione della ereditarietà, si può ag-giungere, che di una delle piante a fiori rossi, rigorosamente omostili ed autofecondate, le quali derivavano dalla pianta con eguali caratte-ri di Edimburgo, furono coltivati 72 discendenti. Queste 72 piante erano per conseguenza nipoti della pianta di Edimburgo e portava-no tutte come nella prima generazione fiori rossi, ad eccezione di una pianta, la quale era ritornata nel colore alla ordinaria P. veris. Quanto alla struttura, erano vere macrostili nove piante e i loro stami erano situati in basso entro la corolla nella posizione ordina-ria; le altre 63 piante erano omostili, sebbene lo stimma di una doz-zina circa di esse fosse collocato al di sotto delle antere. Si vede da ciò che la combinazione anomala degli organi sessuali maschili e femminili, che esistono propriamente in due diverse forme, si rese ereditaria in uno stesso fiore con notevole costanza. Vennero anche allevati trentasei rampolli di piante macrostili e microstili della or-dinaria P. veris, le quali erano state incrociate col polline della varie-tà omostile. Di queste piante una sola era omostile, 20 erano micro-stili, sebbene in tre di esse il pistillo fosse situato piuttosto troppo in basso, e le altre 15 erano macrostili. In questo caso noi abbiamo una illustrazione della differenza che passa fra la semplice eredità e la preponderanza della trasmissione; poichè la varietà omostile tra-smette nella autofecondazione, come or ora abbiamo veduto, il pro-prio carattere con grande forza; ma se viene incrociata colla ordina-ria P. veris, allora non può resistere al potere maggiore di trasmissione di quest’ultima.
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