Lo stesso scopo si raggiunge colla dicogamia o maturazione degli elementi riproduttivi di uno stesso fiore in epoche diverse, collo stato dioico, colla sterilità nella fecondazione propria, colla prevalenza del polline di un altro individuo sul polline proprio della pianta, e infine colla struttura del fiore adattata alle visite degli insetti. La mirabile moltiplicità dei mezzi per raggiungere lo stesso scopo in que-sto e in molti altri casi dipende dalla natura delle precedenti modificazioni attraversate dalle specie, e dall’eredità più o me-no completa degli adattamenti successivi di ciascun organo alle condizioni circostanti. Le piante, le quali sono già bene adatta-te all’incrociamento coll’intervento degl’insetti per la struttura dei loro fiori, possedono spesso una corolla irregolare confor-mata in modo opportuno per le visite di essi; e per tali piante sarebbe stato di piccola o di nessuna utilità il divenire eterosti-li. Da ciò noi possiamo comprendere, perchè non si trovi nep-pure una specie eterostile nelle grandi famiglie delle legumino-se, labiate, scrofulariacee, orchidee, ecc., le quali tutte hanno fiori irregolari. Tuttavia tutte le specie eterostili conosciute di-pendono, quanto alla fecondazione, dagl’insetti e non dal ven-to, e per ciò riesce abbastanza strano il fatto che un solo gene-re, Pontederia, possegga una corolla distintamente irregolare.
Perchè alcune specie sieno adattate all’incrociamento, men-tre altre, che pure appartengono allo stesso genere, non lo so-no, oppure se una volta lo erano, hanno poscia perduto un tale adattamento e per conseguenza vengono ora ordinariamente autofecondate, io ho tentato di dimostrarlo fino ad un certo punto in altro luogo.
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Pontederia
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