Si può aggiungere ancora che le specie trimorfe hanno un lieve vantaggio sulle dimorfe, perchè, se due soli individui di una specie dimorfa si trovassero accidentalmente in un luogo isolato e vicini l’uno all’altro vi sarebbe eguale probabilità che ambedue appartenessero alla stessa forma e non produrrebbe-ro in tal caso il numero completo di rampolli robusti e fertili ed inoltre questi stessi tenderebbero fortemente ad essere della stessa forma come i loro genitori. Se invece due piante della stessa specie trimorfa crescessero accidentalmente in un luogo isolato, la probabilità sarebbe a favore del caso che esse non appartenessero alla stessa specie come due ad uno, ed in questo caso fecondandosi fra loro legittimamente potrebbero dare l’intero prodotto di vigorosi discendenti.
I MEZZI COI QUALI LE PIANTE POSSONOESSERE DIVENTATE ETEROSTILI.
Questo è un argomento molto oscuro e sul quale io posso portare solo poca luce, ma che merita di essere discusso. È sta-to dimostrato che le piante eterostili si incontrano in quattor-dici famiglie naturali che sono sparse in tutto il regno vegetale, e che perfino entro la famiglia delle Rubiacee sono distribuite in otto tribù. Noi possiamo da ciò conchiudere che questa struttura di piante diverse è indipendente dall’eredità di un an-tico progenitore comune, e che essa può essere raggiunta senza una grande difficoltà, vale a dire senza una qualche straordina-ria combinazione di circostanze.
È probabile che il primo passo che fa urna specie per dive-nire eterostile sia una grande variabilità nella lunghezza del pi-stillo e degli stami o del pistillo solo.
| |
Rubiacee
|