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      Roberto Brown nella sua rinomata Memoria inserita nelle Linnean Transactions2 esprime la convinzione che gl’insetti siano necessarii per la fecondazione del maggior numero delle Orchidee; ma soggiunge essere difficile mettere in armonia con questa opinione il fatto che non di rado tutte le capsule d’una fitta spica producono semi: noi vedremo in seguito che questo dubbio non è giustificato. Molti altri autori hanno citato dei fatti ed espresso la loro convinzione più o meno ferma che l’azione degli insetti sia necessaria per la fecondazione delle Orchidee.
      Nel corso del presente libro avrò il piacere di esprimere la mia profonda obbligazione a molti signori per la cortesia con cui mi inviarono freschi esemplari; senza questi aiuti il mio libro sarebbe stato impossibile. La cura che si diedero parecchi dei miei coadiutori è stata veramente straordinaria; io non ho mai espresso un desiderio, per aver aiuti od istruzioni, senza che sia stato soddisfatto, per quanto era possibile, nel modo più liberale.
      Spiegazione dei termini tecnici.
      Pel caso che qualcuno profano della scienza botanica volesse imparar a conoscere questo libro, trovo opportuno di spiegare il significato dei termini più usati. Nella massima parte dei fiori gli organi maschili o stami circondano, disposti in cicli, uno o più organi femminili detti pistilli. In tutte le comuni Orchidee esiste un solo stame ben sviluppato, il quale si salda al pistillo e forma con esso la colonnetta (columna). Gli stami sono formati di solito dal filamento (di rado visibile nelle specie inglesi), il quale porta l’antera, che contiene nel suo interno il polline o l’elemento maschile.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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