Perciò le masse polliniche e i picciuoli stanno ancora entro le logge dell’antera; i dischi fanno parte ancora del rostello, ma ne sono separati, e le masse viscose stanno ancora nascoste nell’interno del rostello.
Noi vogliamo ora vedere (fig. 1) come funzioni nell’Orchis mascula questo complicato meccanismo. Supponiamo che un insetto venga ad appoggiarsi sul labello, il quale costituisce una comoda stazione, e introduca il suo capo nella cavità (v. il profilo A, o il prospetto B), sulla di cui parte dorsale è collocato lo stigma (s), per giungere colla sua proboscide al nettario; oppure, ciò che serve egualmente per dimostrare il processo, introduciamo una matita comune con punta assai sottile e con molta precauzione nel nettario. Poichè il rostello forma una prominenza sulla via che conduce al nettario, è quasi impossibile introdurre in quest’ultimo un oggetto, senza toccare il rostello. La membrana esterna di esso scoppierà per questo contatto lungo la linea indicata, e il labbro verrà facilmente abbassato. Avvenendo ciò, una o tutte due le masse viscose verranno inevitabilmente a contatto col corpo introdotto, e queste masse sono così attaccaticcie, che aderiscono quasi ad ogni oggetto con cui vengono in contatto. Oltrecciò questa sostanza vischiosa ha la proprietà chimica di disseccarsi e di indurirsi in pochi minuti come un cemento. Ora, essendo aperte anteriormente le logge delle antere, quando l’insetto tirerà fuori il suo capo o noi ritiriamo la matita, una od ambedue le masse polliniche saranno tirate fuori attaccate all’oggetto, a somiglianza di corni eretti, come è rappresentato dalla fig.
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Orchis
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