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      Che questo sia il caso, fu dimostrato dal dott. Hermann Müller, il quale, come mi fece noto, portò le masse polliniche di Orchis pyramidalis (44), fusca (6), militaris (14), variegata (3), coriophora (6), morio (4), maculata (18), mascula (6), latifolia (8), incarnata (3), Ophrys muscifera (8), Gymnadenia conopsea (14), albida (8), Herminium monorchis (6), Epipogon aphyllus (2), Epipactis latifolia (14), palustris (4), Listera ovata (5) e Cypripedium calceolus (2) sui loro proprii stigmi, e in seguito a ciò si svilupparono delle cassule di perfetta grandezza, le quali all’aspetto contenevano buoni semi. I numeri che stanno dopo i nomi delle specie, indicano il numero dei fiori che furono sottoposti in ciascun caso all’esperimento. Questi fatti sono notevoli, poichè i signori Scott e Fritz Müller12 hanno dimostrato, che diverse specie esotiche, tanto qui in Inghilterra che nella loro patria, sono senza eccezione nell’impossibilità di produrre semi, se i loro fiori vengono fecondati col proprio polline.
      Dai fatti già esposti e da quelli che si esporranno quando si parlerà delle specie di Gymnadenia, Habenaria e di parecchie altre ancora, si può ritenere come regola generale13, che le specie dotate d’un nettario breve o fornito d’un ingresso non molto stretto vengono fecondate da api14 o da mosche, mentre quelle fornite d’un nettario molto lungo o provveduto d’un ingresso assai stretto sono fecondate da lepidotteri diurni o notturni, come quelli che possedono proboscidi lunghe e sottili.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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